venerdì 29 ottobre 2010



SIGNORA DEL SUO CUORE

Di Mary Balogh
I ROMANZI MONDADORI N 496 del 02/07/2001
Ristampa I ROMANZI ORO N 91 /ottobre 2010

TRAMA:
“Un’intrigante miscela di suspense e passione.”
Rendezvous

Lui è Jocelyn Dudley, l’arrogante duca di Tresham, un uomo duro, ricchissimo e spietato. Quando una ragazza provoca il suo ferimento durante un duello a Hyde Park, il duca la assolda come infermiera per dividere con lei le pene della convalescenza. Jane lo assiste con premura, lo asseconda, tollera i suoi modi bruschi e le cattive maniere perché, da poco disoccupata, ha un disperato bisogno di quella sistemazione. E intanto, inaspettatamente, il suo rapporto con il duca si evolve, Jane diventa sua confidente, sua intima confidente, ben al di là di quanto si sarebbe mai immaginata…
Note:
SIGNORA DEL SUO CUORE ( More Than a Mistress ) è il primo romanzo del duetto “Mistress”, così chiamato dai titoli dei romanzi che lo compongono.
Il secondo romanzo di questa miniserie, UN VERO DANDY ( No Man’s Mistress ), è già stato pubblicato nella collana I Romanzi – nr. 538.

Ambientazione:
Inghilterra, 1810 circa ( periodo regency )
Premi e riconoscimenti della critica:
All About Romance DIK ( Desert Isle Keeper ); Romance Reader Five Hearts

MIO VOTO: 5 STELLE CON LODE

MIA RECENSIONE :

Che dire di questo libro… è favoloso.
Mi è piaciuto moltissimo, appena l’ho terminato ho sentito un vuoto ed ho pensato che non avrei più potuto leggere nient’altro di così bello… naturalmente io non posso stare senza leggere e quindi mi sono semplicemente tuffata in un altro genere, ma vi assicuro, la mia vita è cambiata dopo questa lettura.

Ho aspettato tanto nel recensirlo, per una precisa ragione: non mi è chiaro il motivo per il quale non riesco a smettere di pensare che questo libro sia fantastico.

Ho cominciato, per chiarire questo mio dubbio, da persona fortemente razionale quale sono, ad elencarne i pregi:

*è scorrevole: ben scritto,  non troppo infiocchettato, né essenziale:
*è intrigante: la componente gialla non copre quella rosa, ma la arricchisce di una suspence che spinge la lettrice a proseguire;
*è coinvolgente: la storia d’amore è appassionante, passionale, ma non troppo “mielosa” o eccessivamente “hard”:
*a tratti, è ironico, senza scadere nel paradossale:
*i personaggi sono tratteggiati profondamente a livello psicologico: li si conosce piano piano,, con loro si ride, ci si commuove, si soffre e si ama:
La protagonista femminile è intelligente, pratica, nobile fuori e dentro: l’ho amata moltissimo ed ho compreso e condiviso ogni sua scelta.
Il protagonista maschile è tra i migliori che io abbia mai incontrato:affascinante, ma non bellissimo,  cinico, ma non tanto da indugiare nella crudeltà, disincantato, ma non da disprezzare tutto e tutti, riservato, ma generoso nel donare sé stesso a chi conta di più per lui, libertino, ma solo in apparenza, e, soprattutto, tanto ferito dalla vita, ma così forte da non cadere nell’autocommiserazione.
….


E terminata questa lista, mi sono trovata davanti la soluzione: è un libro equilibrato.
Nessuna componente prevale sull’altra, è poliedrico e denso, ma non pesante o farraginoso nella lettura, leggero, ma solo in apparenza, non frivolo.

Per questo motivo, e per una chimica speciale, un vero e proprio innamoramento che ho provato, e che, in quanto tale, non è analizzabile razionalmente, quindi  resta inspiegabile, raccomando questo libro a tutte le amanti del genere, quale  fulgido esempio di letteratura inglese rosa regency .

Un libro che è entrato di diritto tra i miei DIK,  che ricorderò per sempre, che rileggerò più volte, di cui assaporerò presto il seguito e di cui attendo con ansia la pubblicazione del prequel…
 e mi ripropongo , se non verrà tradotto, di leggerlo in inglese (emh… diciamo che , vista la mia mancanza assoluta di padronanza della lingua inglese, spero, prego, supplico chi di dovere di tradurlo….)


Una piccola curiosità il libro è stato pubblicato senza epilogo (per precisa scelta dell’editore inglese), sul sito dell’ autrice trovate questo capitolo. Non perdetelo





mercoledì 27 ottobre 2010

LE VOCI  DELLA NOTTE

Di Lydia Joyce
I ROMANZI MONDADORI N 911 del 29/05/2010

TRAMA:
“Pericoli, menzogne e desiderio in questo romance sensuale.”
Booklist

Charles Crossham, lord Edgington, ha fatto una scommessa impegnandosi a trasformare una ragazza di strada in una signora. Quando si trova ad assistere all’audizione per un’opera, non ha alcun dubbio: quella Maggie King appena salita sul palcoscenico possiede una forza e una passione travolgenti. È lei la donna sulla quale deve puntare. Ancor più perché presto nasce fra loro un sentimento che coglie entrambi di sorpresa. Sarà abbastanza forte da far dimenticare l’oscuro passato di Maggie?
Note:
LE VOCI DELLA NOTTE ( Voices of the Night ) è il quarto romanzo della serie “Night”, così chiamata per via della parola che accomuna i titoli originali dei libri che la compongono.
La serie, di cui sono stati finora pubblicati IL VELO DELLA NOTTE ( The Veil of Night ), LA MUSICA DELLA NOTTE ( The Music of the Night ) e IL SUSSURRO DELLA NOTTE ( Whispers of the Night ) – nr. 871, nr. 885 e nr. 902 rispettivamente della collana I Romanzi, proseguirà con “Shadows of the Night”, di prossima pubblicazione.
Ambientazione:
Inghilterra, 1864 ( epoca vittoriana )
Recensioni e giudizi:
“Oliver Twist e My Fair Lady si incontrano in questo irresistibile e raffinato romanzo della Joyce.“
- Romantic Times



MIO VOTO: 4 stelle

MIA RECENSIONE :
Quest’autrice continua a stupirmi. E a piacermi.

Un altro cambiamento di scena: questa volta ci ritroviamo catapultati  a Londra, tra bassifondi e residenze di nobili, teatri d’opera e vicoli malfamati.

La protagonista proviene dai bassifondi di Londra, è intelligente, acuta, schietta e nella sua vita ha visto molte cose, forse troppe. E’ povera, ma solo di mezzi: l’ho amata molto, sia per la sua praticità che per il suo altruismo. E’ una persona vera che mi ha conquistata  per la sua storia e la sua voglia di uscire dalla spazzatura, vende “l’anima al diavolo” solo quando è disperata e non sa più come mantenere i suoi amici, che contano su di lei anche se è poco più di una coetanea, ed anche qui dimostra un intuito e una capacità di giudizio fuori dal comune

Il protagonista maschile è un barone, bellissimo, brillante. Inizialmente appare come il solito  libertino annoiato, rivelando, con il procedere della trama , tutt’altre qualità: è impegnato politicamente e con un grande  cuore. Anche questo personaggio non mi è dispiaciuto affatto, anche se , confesso, non mi ha fatto perdere la testa.
Cerca in tutti i modi di scrollarsi di dosso il  retaggio del passato e il significato insostenibile che per lui ha il fatto di essere figlio di suo padre, uomo dissoluto, fedifrago e sfrenato nell’indugio di ogni tipo di  eccessi, come, del resto lo sono stati tutti i suoi antenati.

I protagonisti non sono perfetti ,anzi, ma , forse proprio per questo mi sono piaciuti tanto!
La chimica tra i due è evidente da subito, e si sviluppa in una storia da’more fatta di rispetto comprensione ed altruismo.

Gli ambienti sono nebbiosi , fumosi, sporchi, puzzolenti, e, anche quando sono puliti e scintillanti, sono comunque freddi ed invivibili.
Le descrizioni, come ormai ci si aspetta da questa scrittrice, sono accurate, particolareggiate, ricche, talvolta pesanti e quasi opprimenti, ma lo stile resta  magnetico ed ipnotico, tanto che, pur procedendo faticosamente, è difficile staccarsi da questa lettura.
L’intreccio, più o meno verosimile, è costruito con maestria e risulta accattivante e coinvolgente.


Come per tutti i libri di questa serie, l’oscurità e la torbidezza sono la costante e la linea guida.

L’originalità, però, è nel fatto che questa oscurità, intesa come ipocrisia, ambivalenza, intrighi, sospetti, ma anche crudeltà e violenza, non sia circoscritta ai bassifondi, come ci si potrebbe aspettare,  dove la costante della lotta alla sopravvivenza è una realtà quotidiana e la vita è dura, nel vero senso della parola, ma sia diffusa e radicata anche negli ambienti della nobiltà, sotto altre forme: non ci si deve contendere il cibo, ma la supremazia  e il “territorio”. Le armi sono meno visibili e concrete, ma sono affilate e distruggono le persone: le maldicenze, l’ipocrisia, la vera e propria cattiveria,mascherata da noia e frivolezza,  rendono le persone malsane e gli ambienti soffocanti. Ognuno ha un proprio fine da perseguire e lo insegue con tutti i mezzi, la competizione è altrettanto spietata e molto meno prevedibile. Quasi quasi è meglio vivere nella povertà, dove tutto è ciò che sembra,  ma si può conservare dignità e altruismo…

Insomma,non adatto a chi cerca una lettura di svago, perchè ha un retrogusto amaro che fa riflettere. Un altro libro di spessore che mi fa amare sempre di più questa serie.

lunedì 18 ottobre 2010

UNA NOTTE NELL’EDEN 

Di Candice Proctor
I Romanzi Passione n 5 /Novembre 2007

TRAMA:
Bryony Wentworth, accusata della morte del marito, è condannata alla deportazione, nell’ultimo luogo della Terra, l’aspra e selvaggia Australia. Lo strano dovere che le viene imposto è occuparsi di un bambino, il figlioletto dell’affascinante capitano Hayden St. John. Fin dal primo sguardo, l’attrazione tra loro è incandescente. Ma sarà solo nella purezza dell’amore che potranno dimenticare il passato e vivere appieno la passione che li unisce


MIO VOTO: 5 stelle

RECENSIONE:
Mi incuriosiscono sempre i libri che raggiungono, nel mercato dell’usato, quotazioni piuttosto alte, e, malignamente, bramo di leggerli, per potermi mettere il cuore in pace e aver ragione di  dire che è assurdo pagarli tanto!!
Che ci volete fare, uno si prende le soddisfazioni che può!!

Una meravigliosa amica, ha reso questo mio sogno realtà, prestandomi “Una notte nell’Eden” che è tra i libri nominati prima.
 Non conoscevo l’autrice e, devo confessare, che la sua padronanza della scrittura mi ha piacevolmente sorpreso. L’argomento trattato è crudo, ma il tono si mantiene sobrio, pur essendoci descrizioni piuttosto minuziose che, comunque, non raggiungono  mai il truculento. Il libro è scorrevole e piacevole, ma lascia il segno, anche dopo aver terminato la lettura.

Si tratta, per intenderci, di deportazione in colonia penale Australiana: dovete sapere che qui si parla di reati non gravi, talvolta futili, e neppure completamente verificati , per cui non è prevista l’impiccagione. E, a ben pensarci , è ancora peggio. Questo è un paese senza legge se non quella del sadismo, dove agli uomini “liberi” è permessa ogni cosa verso i “degradati malfattori” e dove, inevitabilmente, si possono perpetrare abusi e maltrattamenti, senza dover rendere conto a nessuno… e gli “aguzzini autorizzati” non mancano di certo! Inoltre i detenuti sono posti tutti sullo stesso piano, ladruncoli occasionali, truffatori cinici o poveracci spinti dalla fame, pazzi senza regole o persone che si trovano invischiate nella legalità senza averlo veramente voluto, uomini, donne, ragazzi e adulti… come dice la protagonista stessa: “non importa chi eri  prima di arrivare qui, per tutti sarai solo sempre uno sporco detenuto”.

In questo pesantissimo clima, si snoda la storia straziante di una detenuta separata dalla figlia e nuovamente incinta al momento dell’arresto, costretta a partorire in condizioni penose e a lasciar morire il suo bambino, perché impossibilitata a curarlo.
Il destino mette sulla sua strada un bambino a cui non mancavano affetto, possibilità economiche e pulizia, ma a cui manca la mamma. Insomma due metà che si completano. Lei, assegnatagli come balia, diventerà la sua mamma, in ogni senso, non colmando il vuoto che ha dentro, ma riuscendo a gioire di cosa questa possibilità rappresenti .
E questa è la prima, meravigliosa, delicata, storia d’amore che incontriamo, che scalda dentro, e commuove,  tanto è ben tratteggiata.

La storia d’amore “tradizionale” invece, deve aspettare  per svilupparsi, nasce come un’attrazione fisica esplosiva, ma si rinforza pian piano, quotidianamente, dovendo polverizzare pregiudizi (quelli personali dei protagonisti e quelli, assurdi ed ipocriti della società in cui vivono) e rinforzarsi nella durissima vita quotidiana della colonia, in cui nessuno vive “da ricchi”.
C’è poi un’altro amore commuovente che si dovrà rinforzare: quello della bambina strappata alla madre in Inghilterra poco prima dell’imbarco, che andrà ricostruito e dovrà vincere la diffidenza della piccola dettata dalla situazione di abbandono, inspiegabile ai suoi occhi, che le ha lasciato ferite profondissime da lenire, disinfettare e curare con pazienza infinita.

Complessa è la situazione sociale in cui è inserita la vicenda: una società di gretti snob conservatori, che vivono alle spalle di povera gente, e delinquenti con e senza coscienza. Difficilissimo capire e dividere i buoni dai cattivi ( sono pochi quelli che sono l’uno o l’altro in senso assoluto). L’umanità, inoltre,  è anche multi-etnica: ci sono inglesi, gallesi, scozzesi ed irlandesi, ma anche aborigeni australiani con cui è tesissima e forzata la recente convivenza imposta dai colonialisti britannici.
Una realtà variegata, dove ci si incattivisce con estrema facilità: è la strada più semplice e dove rimanere saldi ai propri principi è duro e sfibrante.

Devo confessare che, in questa situazione di sentimenti contrastanti, la storia d’amore è un po’ in secondo piano, ma è comunque coinvolgente, appassionante e commuovente; non mancano neppure i colpi di scena.
Mi sono innamorata del protagonista maschile, così virile e corretto, ma ho apprezzato molto anche la figura femminile, forte, tenace, saldamente ancorata ai propri principi ed ho seguito con il fiato sospeso l’esito delle dure prove a cui sono sottoposti.

Un libro che consiglio dal profondo del cuore, quindi, anche pagandolo un bel po’, ma, vi avverto,  non adatto a chi vuole una lettura spensierata.


lunedì 11 ottobre 2010



LO SCEICCO

Di Edith Maud Hull

Salani – I romanzi della rosa

TRAMA:
Diana , ricca lady inglese, decide di fare un viaggio sola nel deserto, con una guida e una scorta di indigeni. Ma viene arpita dallo Sceicco , signore e padrone dei territori su cui si è avventurata e così comincia una nuova vita ...

RECENSIONE:

Libro di altri tempi da cui, negli anni venti, è stato tratto un film con il mitico Rodolfo Valentino.

Di altri tempi sono il linguaggio, ricco di termini obsoleti e di espressioni ormai inusuali, il tipo di narrazione, quasi sempre incentrato sulla protagonista femminile e unicamente sul suo punto di vista, e la descrizione del rapporto amoroso, che, in netto contrasto con i tempi moderni, è assolutamente casto, tanto da far  riferimento vago soltanto a qualche bacio.

Tuttavia, sono sconvolta dall’evolversi della trama.

Ma Andiamo per ordine

L’eroina , Diana,  una viziata “Lady Oscar” allevata come un ragazzo dal fratello, che non l’ha mai amata,  capricciosa, ricchissima, frivola ed egoista, decide di partire da sola per un viaggio nel deserto…
no… ma dico… alquanto inverosimile ai giorni nostri, figuriamoci ai primi del 900 (o fine 800 che sia…)…
Come dicevo, lei è  bella , sfrontata , ma incosciente, egoista e un po’ stupida, insomma l’avrei picchiata dall’inizio alla fine tanto oca si è dimostrata!! Una di quelle protagoniste femminili assolutamente insopportabili, che si credono  indipendenti, ma sono solo poco intelligenti.

Lui è un inglese di sangue, adottato da un arabo, educato da un francese, che vive come sceicco, in territori al limite del protettorato francese in Algeria. E’ ricco, abituato a vivere nel deserto come dio tra la sua gente.
Egoista, non ha problemi a specificare fin da subito che ha visto Lei, l’ha voluta, l’ha rapita, la userà un po’ e poi la abbandonerà.

I loro primi incontri fanno intuire una continua violenza carnale, fisica, psicologica, volta a soddisfare il nostro sceicco dominatore e ad annientare la personalità di lei. E Diana, prova a ribellarsi a fuggire per poi piegarsi e spegnersi.
Fino a che si manifesta in lei una vera e propria “sindrome di Stoccolma”, cioè capisce di amarlo….
E rafforza la sua convinzione quando uno sceicco nemico del suo “protettore” la rapisce (chiamandola il giocattolo bianco del mio nemico) e si rivela più sporco, fetido, volgare del primo…
 insomma , per la serie , mi picchi dal mattino alla sera, ma  almeno sei bello e ti lavi…quindi ti amo…
E lui , in tutto il suo “maschio orgoglio” , a quel punto, furioso di gelosia, pensa di amarla perché capisce che le è stata rubata… come gli sarebbe successo se gli avessero portato via un cavallo.
Neppure alla fine, l’happy end è soddisfaciente, dal mio punto di vista,  ma non lo svelo, per non rovinare la lettura alle coraggiose che decideranno di avventurarsi in questo libro.

Sono basita: qui non si tratta di eroe bastardo doc, uomo “alpha”o in qualunque modo si voglia definire, ma soltanto  di uomo violento con cui spero di non trovarmi mai, che considera la donna come un elemento di arredamento con cui soddisfare gli istinti animali, con violenza, dolcezza, passione o indifferenza a seconda dell’umore…assolutamente “esotico” ma lontanissimo dal mio ideale protagonista di romanzo rosa.


In conclusione, questa lettura che ho desiderato moltissimo , e per cui ringrazio Lucy infinitamente, e che sono comunque felicissima di aver fatto, perché questo è un “pezzo di storia” imperdibile del romance, si è rivelata si scorrevole, ma assolutamente masochistica e non arricchente sotto nessun punto di vista (se non della curiosità)

La mia domanda è :
Un eroe così, che a parte scherzi e provocazioni, so che è stato un must di tempi passati, può ancora essere attuale?








domenica 10 ottobre 2010

IL SUSSURRO  DELLA NOTTE

Di Lydia Joyce
I ROMANZI MONDADORI N 902 del 20/03/2010

TRAMA:
Lydia Joyce è davvero da non perdere.”
Lisa Kleypas
Dopo ben quattro stagioni mondane fallite, Alcyone Carter si abbandona a un gesto del tutto imprevedibile: viaggiare fino alle foreste impenetrabili della Romania per sposare uno sconosciuto.
Ma la prima notte di nozze, Dumitru von Severinor, tanto affascinante quanto enigmatico, si rivela ben diverso dall’uomo che sosteneva di essere. Dumitru è infatti custode di temibili segreti che inducono Alcyone alla fuga. Spinto dal desiderio e dall’orgoglio, Dumitru rischia ogni cosa per raggiungerla nel cuore esotico di Istanbul. Dove la passione che hanno condiviso li porterà fino al profondo anche del loro cuore.
Note:
IL SUSSURRO DELLA NOTTE ( Whispers of the Night ) è il terzo romanzo della serie “Night”, così chiamata per via della parola che accomuna i titoli originali dei libri che la compongono.
La serie, che si è aperta con IL VELO DELLA NOTTE ( The Veil of Night ) e LA MUSICA DELLA NOTTE ( The Music of the Night ) – nr. 871 e nr. 885 rispettivamente della collana I Romanzi, proseguirà con “Voices of the Night” e “Shadows of the Night”, di prossima pubblicazione.
Ambientazione:
Romania + Impero Ottomano, 1838 ( epoca vittoriana )



MIO VOTO: 5 Stelle 

RECENSIONE :
Libro decisamente meno gotico dei precedenti, ma avventuroso, ricco, molto più scorrevole e a tratti persino incalzante.

L’autrice è stupefacente nel gestire meravigliosamente bene un altro cambio di ambientazione.
Questa volta ci ritroviamo in Valacchia, tra i monti sperduti di Dracula, e conosciamo un conte che, inizialmente, lo ricorda anche un po’: bellissimo, tenebroso, proprietario di un castello lugubre ed antico.
Il protagonista, poi si rivelerà un’astuta spia,, che si trova a far da cuscinetto in una difficile congiunzione politica e che si destreggia egregiamente in giochi di potere enormi, perseguendo, però,  l’unico scopo di mantenere l’indipendenza e garantire una vita dignitosa a suo popolo. Ho trovato questo personaggio  credibilissimo, seppur complesso e molto sexy: un uomo alpha, ma non  ottuso, intelligente, saggio e forte.

La protagonista, dal canto suo è un’anticoformista, una femminista ante-litteram, ricchissima borghese alla ricerca di un titolo per soddisfare il padre, ma soprattutto di qualcuno che accetti le sue manie e la sua genialità in campo matematico, senza ritenerla un “fenomeno da baraccone”. In realtà, questa donna, è inadatta all’alta società inglese, perché pur essendo bellissima, non è frivola e seducente, come si richiede ad una dama che deve essere puro ornamento per il marito, ma manca anche completamente di senso pratico, necessario per affrontare la realtà in cui si ritrova, per cui faticherà non poco nel suo nuovo ruolo. Favoloso il ritratto di genio della matematica un po’ naif con cui viene presentata.

Fin dal loro primo incontro, tra i protagonisti, si avverte una tensione sensuale e magnetica fortissima, che , come tutti i colpi di fulmine, andrà coltivata con cura per non esplodere.

Non dico di più per non svelare altri particolari sull’evoluzione dei personaggi e sulla loro, travagliata, storia d’amore, psicologicamente approfondita e tratteggiata benissimo.

Voglio però sottolineare che questa , secondo me, è una superba prova d’abilità dell’autrice, soprattutto per la ricerca storica che sicuramente ha dovuto fare in preparazione di questo libro.
Ha, infatti,  spostato il baricentro null’Europa dell’est, fotografandone la complicata situazione politica, ma ancor meglio il passaggio epocale di un popolo che vive nel passato, restio alla modernizzazione, talvolta per pura inerzia.
Anche quando si trovano individui come il nostro Conte, moderni e decisi sostenitori del progresso, educati in occidente e quindi “illuminati”,  per loro non è facile scrollarsi di dosso un retaggio centenario di usi, costumi, cultura con determinati schemi da superare, sia nella società che li circonda , sia dentro loro stessi, che sono comunque frutto della loro storia, tanto che l’unico modo è tenere dentro di sé due mondi contraddittori , ma ben separati , tali  che l’uno non interferisca con l’altro, come dei giocolieri, abilissimi a tenere tutto in equilibrio.

Sicuramente un libro destinato a chi non disdegna ambientazioni originali ed esotiche, intrighi, trame , spionaggio ed avventura, che io ho amato moltissimo!

mercoledì 6 ottobre 2010

LA MUSICA DELLA NOTTE

Di Lydia Joyce
I ROMANZI MONDADORI N 885 del9/11/2009


TRAMA:
“Finalmente il nuovo romanzo di Lydia Joyce.”
Lisa Kleypas

Sarah Connolly ha sempre avuto ben poco dalla vita. Ma ora il destino sembra offrirle la via d’uscita che merita: lasciare i vicoli di Londra per le calli di Venezia, al seguito di una famiglia ricca seppur enigmatica. E l’enigma più grande non si fa attendere: Sebastian Grimsthorpe, lord Wortham, un uomo che si cela nell’ ombra alla ricerca del riscatto da un passato di tradimento e violenza. Sarah è forse la sola donna in grado di comprendere il suo tormento. Di certo, l’unica pronta ad amarlo.
Note:
LA MUSICA DELLA NOTTE ( The Music of the Night ) è il secondo romanzo della serie “Night” così chiamata per via della parola che accomuna i titoli originali dei libri che la compongono.
La serie, che si è aperta con IL VELO DELLA NOTTE ( The Veil of Night ) – nr. 871 della collana I Romanzi, proseguirà con “Whispers of the Night”, “Voices of the Night” e “Shadows of the Night”, di prossima pubblicazione.
Ambientazione:
Italia, Venezia, 1874 ( epoca vittoriana )
Premi e riconoscimenti della critica:
All About Romance DIK ( Desert Isle Keeper )
Recensioni e giudizi:
La Joyce intesse un racconto che è ipnotico ed affascinante. Come la stessa Venezia, è colmo di svolte inattese ed illusioni. Quasi si riesce a sentire la musica che aleggia sui canali mentre figure mascherate danzano, ordiscono complotti, e l’amore riempie gli spazi rimasti vuoti nella trama delle loro esistenze. Cupo, intenso, e con un finale che vi lascerà senza fiato, l’ultimo romanzo gotico di Lydia Joyce lascia il segno.”
- Romantic Times



MIO VOTO: 4 STELLE

MIA RECENSIONE :


Comincio , innanzitutto, chiarendo che non è in alcun modo legato al precedente della serie (Il velo della notte)

Un definizione in tre parole: lento, complesso, torbido..

Ma andiamo per ordine:
La scrittrice è molto brava, su questo non ci sono dubbi: descrive accuratamente i personaggi, la loro psicologia, la loro storia e il loro ambiente.  Li inserisce in un contesto curato, ben caratterizzato storicamente. Ha un dono pericolare di far entrare la lettrice nel mondo che descrive, completamente, facendola immedesimare nei personaggi e nelle situazioni.

La protagonista femminile è tormentata da un’insicurezza , dovuta ad un difetto fisico, che la blocca, non lasciandole manifestare l’intelligenza e la saggezza che possiede.
Il protagonista è un Bad boy redento, almeno in parte, ferito, spinto solo dal rimorso e dalla vendetta che vede come giustizia.
Come da copione, troveranno la realizzazione e la luce in fondo al loro tunnel personale, insieme, mano nella mano.


La scelta dell’ambientazione, in particolare in questo libro,  è azzeccata, seppur insolita: una Venezia decadente, goliardica e godereccia, ma infida, subdola e nebbiosa.
Definirei questo libro lento, ma calmo solo apparentemente, torbido, un po’ come le acque dei canali di Venezia, complesso perché è ricco di personaggi, situazioni, ha un pizzico di mistero e colpi di scena che scandiscono il ritmo.
 E affrontare questa lettura è proprio come cadere nei canali di Venezia: i protagonisti, sembrano poter  riemergere con facilità, poi vengono risucchiati dal fango che , con un caldo e viscoso abbraccio, pian piano pare tirarli giù e volerli soffocare, ma proprio quando sembra proprio che non ci sia più uscita, e quasi si rassegnano, con un ultimo colpo di reni, riescono ad uscirne.
La lettrice viene trascinata inesorabilmente con loro…

Vi pongo una domanda:
siete sicure di avere lo stato d’animo giusto per affrontare tutto questo?
Sicuramente una lettura per chi non cerca svago, ma travaglio morale e fango in cui sguazzare…