giovedì 2 dicembre 2010

MISTERO AL CASTELLO

Deanna Raybourn
I Grandi Romanzi Storici Special n135/  ottobre 2010
Harmony Historical





TRAMA:


Scozia - Transilvania, 1858
Per Theodora Lestrange, che sogna di diventare una scrittrice di successo, la prospettiva di sposarsi e mettere su famiglia è un incubo. Così, quando una cara amica la invita a raggiungerla in Transilvania per le sue nozze, la giovane non esita a lasciarsi alle spalle Edimburgo e un pretendente che non ama, sperando di trovare ispirazione per il suo nuovo romanzo nelle cupe leggende che ancora permeano quei luoghi. Le sue aspettative non vengono deluse: nel castello dei Dragulescu, di cui è ospite, si respira aria di mistero e il padrone di casa è un personaggio a dir poco enigmatico, che risveglia la sua immaginazione e accende in lei una passione incontenibile. Poi una serie di tragici eventi getta una luce ancor più sinistra sul castello, e Theodora si rende conto che diventare preda del desiderio non è l'unico rischio che corre, né il più pericoloso.
Un thriller storico romantico e misterioso, con suggestive atmosfere gotiche, che mantiene alta la tensione fino all'ultima pagina.

MIO VOTO: 5 stelle

MIA RECENSIONE :

Un libro su cui ci tengo molto a dire la mia è Mistero al castello.
 Mi ha colpita moltissimo e posso affermare che è uno dei libri migliori che abbia mai letto.

Comincio con alcune precisazioni doverose.

Non e’ un paranormale.
Molte possono essere state ingannate da alcuni elementi della trama e dall’ambientazione: in realtà è un libro gotico, di mistero, cupo e ricco di elementi di superstizione popolare, ma che fornisce  spiegazioni razionali ad eventi che possono sembrare Sovrannaturali.

Non è un romance,
 ma un libro scritto in prima persona che parla delle emozioni della protagonista, dal suo punto di vista, tra cui anche l’attrazione per il conte. L’amore è un elemento importante, ma non è il baricentro della storia.

Proprio la scelta della prima persona mi è sembrata originale ed azzeccata.
 La nostra protagonista è una persona razionale, cresciuta dal nonno scienziato e studioso, non può che tentare di dare spiegazioni razionali ad ogni evento; da persona vivace intellettualmente,  non può fare a meno di scavare e tentare di scoprire, riflettere e dedurre. Mi assomiglia un po’ e non ho potuto non immedesimarmi in lei.

Si ritrova in un ambiente fuori dal suo mondo, la Romania, terra di conquista per gli austriaci, quindi occidentale, ma ai confini dell’impero, dove permane una sorta di anacronistico medioevo e il signore del luogo è il padrone assoluto, ha diritti sul popolo dati da un potere quasi feudale. In questi luoghi antichi, permangono superstizioni, che viste dall’esterno sono ridicole e decisamente pittoresche, ma vissute lì, sono spaventosamente reali. Parliamo di uomini lupo, non morti, vivi contaminati dai non morti, insomma: vampiri e licantropi.
La protagonista si ritrova a fare i conti con questa realtà parallela.Il fatto di avere questa narrazione in prima persona, mi porta a vedere ciò che lei vede, i suoi occhi sono i miei, i suoi ragionamenti, ma anche le sua paure e i suoi timori sono entrati profondamente in me
Mi sono ritrovata a combattere con lei contro questa folle irrazionalità, a cercare invano di spiegare cose improbabili, mentre ogni punto di riferimento si sgretola ed ogni persona  sembra diversa e poco affidabile, rendendo la situazione incomprensibile, ambigua e torbida: mi son sentita sempre più disorientata e, a tratti, scoraggiata e tentata dalla fuga.
Non dico troppo per non svelare gli “arcani” anzitempo, ma ogni personaggio non è quello che sembra.

La storia si colloca in un ambiente magico, delineato  in modo magistrale:
è un  ambiente cupo, angosciante, misterioso, ma meraviglioso e incontaminato.
Il ritmo è lento, volutamente, sincronizzato con quello  del castello, ma mai noioso, anzi è denso di avvenimenti, ragionamenti, deduzioni e colpi di scena che cambiano continuamente le carte in tavola.

E poi c’è la componente sentimentale.
 Non ci deve aspettare un’analisi accurata dell’innamoramento ed un susseguirsi di scene amorose e passionali più o meno ben riuscite, anzi!!!
La narrazione in prima persona rende chiarissime le sensazioni di lei, tanto che sembra di rivivere i  propri turbamenti amorosi, ma è univoca e unilaterale:  non si capisce mai quali siano i sentimenti delle altre persone, si scopre tutto pian piano insieme alla protagonista, ma riuscendo a comprendere sempre e solo ciò che lei capisce.
E vediamo quindi un’amica fragile e premurosa ***SPOILER***ma solo in apparenza,infatti  se ne scoprirà, a sorpresa,  l’ambiguità e la fragilità mentale***,  una donna anziana debole e malata ***anche qui solo in apparenza: in realtà è una persona avida, manovratrice e di un grado di pazzia talmente profondo, da essere assolutamente lucida nei propri calcoli perversi*** e  una serie di altri personaggi che giocano un ruoli alquanto ambigui.

Naturalmente il personaggio su cui vorrei focalizzarmi di più è Andrei, il padrone incontrastato di questi luoghi e il principe dell’ambiguità: intelligentissimo, ammiccante , sfuggente, libertino e un po’ “bohemienne” (azzeccato il riferimento alla sua amicizia con Baudelaire) affascinante, magnetico, irresistibile, frutto di un interessante mix di educazione occidentale, in un mondo antico e diverso, arcaico e medioevale. Ma soprattutto è stato cresciuto in una famiglia governata  da odio, avidità e malvagità ed è fermamente deciso a prendere con forza le distanze da tutto ciò, senza, però, ferire la madre.

Fin da subito l’attrazione tra i due è fortissima:

    “Era bello, […],  ma nella maniera in cui sono belli i cavalli o i leoni.
 […], ma furono i suoi occhi che trovai realmente ipnotici. Non ne avevo mai visti prima di quel colore, né in natura, né in arte. Erano grigio argento, ma di una sfumatura cupa, […]. Tuttavia questi eccellenti attributi non erano niente rispetto all’espressione di interesse e di approvazione che mostrava. Senza di quella era un qualsiasi attraente gentiluomo.Con essa, era incomparabile. Sentii che avrei potuto restare a fissarlo per un migliaio di anni, fintantoché lui mi avesse guardata con quegli occhi impenetrabili, e fu solo quando Cosmina parlò, che tornai in me”

L’autrice è riuscita a creare una tensione tra i due magica, il sentimento è magnetico, irresistibile, le loro anime si toccano, si sfuggono, si attirano e si respingono, giocando e legandosi sempre più profondamente ed inesorabilmente. Ed è meraviglioso sentire con Lei il sentimento che sboccia incontrollato, violento, incontrollabile, insomma realistico e del tutto incontenibile. L’ho sentito anch’io ed è stato come se m’innamorassi di nuovo un po’ con lei, e lui entrasse anche a far parte un po’ di me.
 Le scene di sesso sono quasi inesistenti, cosa alquanto rara di questi tempi, me quanta sensualità scaturisce da queste pagine…ed il finale , anche in questo lascia con il fiato sospeso fino all’ultimo.

Insomma un libro con cui ho avuto un’empatia del tutto particolare, scritto magistralmente, in modo elegante e fluido, curato stilisticamente e  storicamente, ricco in trama, particolari ed ambientazione, che consiglio a tutte quelle che cercano una lettura non povera e diversa, gotica, misteriosa, sensuale e languida, da leggere con tranquillità e concentrazione, ideale per le lunghe serate invernali.






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