lunedì 18 ottobre 2010

UNA NOTTE NELL’EDEN 

Di Candice Proctor
I Romanzi Passione n 5 /Novembre 2007

TRAMA:
Bryony Wentworth, accusata della morte del marito, è condannata alla deportazione, nell’ultimo luogo della Terra, l’aspra e selvaggia Australia. Lo strano dovere che le viene imposto è occuparsi di un bambino, il figlioletto dell’affascinante capitano Hayden St. John. Fin dal primo sguardo, l’attrazione tra loro è incandescente. Ma sarà solo nella purezza dell’amore che potranno dimenticare il passato e vivere appieno la passione che li unisce


MIO VOTO: 5 stelle

RECENSIONE:
Mi incuriosiscono sempre i libri che raggiungono, nel mercato dell’usato, quotazioni piuttosto alte, e, malignamente, bramo di leggerli, per potermi mettere il cuore in pace e aver ragione di  dire che è assurdo pagarli tanto!!
Che ci volete fare, uno si prende le soddisfazioni che può!!

Una meravigliosa amica, ha reso questo mio sogno realtà, prestandomi “Una notte nell’Eden” che è tra i libri nominati prima.
 Non conoscevo l’autrice e, devo confessare, che la sua padronanza della scrittura mi ha piacevolmente sorpreso. L’argomento trattato è crudo, ma il tono si mantiene sobrio, pur essendoci descrizioni piuttosto minuziose che, comunque, non raggiungono  mai il truculento. Il libro è scorrevole e piacevole, ma lascia il segno, anche dopo aver terminato la lettura.

Si tratta, per intenderci, di deportazione in colonia penale Australiana: dovete sapere che qui si parla di reati non gravi, talvolta futili, e neppure completamente verificati , per cui non è prevista l’impiccagione. E, a ben pensarci , è ancora peggio. Questo è un paese senza legge se non quella del sadismo, dove agli uomini “liberi” è permessa ogni cosa verso i “degradati malfattori” e dove, inevitabilmente, si possono perpetrare abusi e maltrattamenti, senza dover rendere conto a nessuno… e gli “aguzzini autorizzati” non mancano di certo! Inoltre i detenuti sono posti tutti sullo stesso piano, ladruncoli occasionali, truffatori cinici o poveracci spinti dalla fame, pazzi senza regole o persone che si trovano invischiate nella legalità senza averlo veramente voluto, uomini, donne, ragazzi e adulti… come dice la protagonista stessa: “non importa chi eri  prima di arrivare qui, per tutti sarai solo sempre uno sporco detenuto”.

In questo pesantissimo clima, si snoda la storia straziante di una detenuta separata dalla figlia e nuovamente incinta al momento dell’arresto, costretta a partorire in condizioni penose e a lasciar morire il suo bambino, perché impossibilitata a curarlo.
Il destino mette sulla sua strada un bambino a cui non mancavano affetto, possibilità economiche e pulizia, ma a cui manca la mamma. Insomma due metà che si completano. Lei, assegnatagli come balia, diventerà la sua mamma, in ogni senso, non colmando il vuoto che ha dentro, ma riuscendo a gioire di cosa questa possibilità rappresenti .
E questa è la prima, meravigliosa, delicata, storia d’amore che incontriamo, che scalda dentro, e commuove,  tanto è ben tratteggiata.

La storia d’amore “tradizionale” invece, deve aspettare  per svilupparsi, nasce come un’attrazione fisica esplosiva, ma si rinforza pian piano, quotidianamente, dovendo polverizzare pregiudizi (quelli personali dei protagonisti e quelli, assurdi ed ipocriti della società in cui vivono) e rinforzarsi nella durissima vita quotidiana della colonia, in cui nessuno vive “da ricchi”.
C’è poi un’altro amore commuovente che si dovrà rinforzare: quello della bambina strappata alla madre in Inghilterra poco prima dell’imbarco, che andrà ricostruito e dovrà vincere la diffidenza della piccola dettata dalla situazione di abbandono, inspiegabile ai suoi occhi, che le ha lasciato ferite profondissime da lenire, disinfettare e curare con pazienza infinita.

Complessa è la situazione sociale in cui è inserita la vicenda: una società di gretti snob conservatori, che vivono alle spalle di povera gente, e delinquenti con e senza coscienza. Difficilissimo capire e dividere i buoni dai cattivi ( sono pochi quelli che sono l’uno o l’altro in senso assoluto). L’umanità, inoltre,  è anche multi-etnica: ci sono inglesi, gallesi, scozzesi ed irlandesi, ma anche aborigeni australiani con cui è tesissima e forzata la recente convivenza imposta dai colonialisti britannici.
Una realtà variegata, dove ci si incattivisce con estrema facilità: è la strada più semplice e dove rimanere saldi ai propri principi è duro e sfibrante.

Devo confessare che, in questa situazione di sentimenti contrastanti, la storia d’amore è un po’ in secondo piano, ma è comunque coinvolgente, appassionante e commuovente; non mancano neppure i colpi di scena.
Mi sono innamorata del protagonista maschile, così virile e corretto, ma ho apprezzato molto anche la figura femminile, forte, tenace, saldamente ancorata ai propri principi ed ho seguito con il fiato sospeso l’esito delle dure prove a cui sono sottoposti.

Un libro che consiglio dal profondo del cuore, quindi, anche pagandolo un bel po’, ma, vi avverto,  non adatto a chi vuole una lettura spensierata.


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