martedì 25 gennaio 2011


SERIE “SHIFTERS" - MIA RECENSIONE

Mio giudizio: 4 stelle e mezzo

MIE CONSIDERAZIONI PERSONALI prima di affrontare la lettura:
Ed eccomi alle prese con la mia prima serie sui mutaforma e, devo dire, di esserne rimasta favorevolmente colpita
Innanzitutto, la scrittura  in prima persona mi è sembrata molto azzeccata: mi sono subito ritrovata letteralmente “nei panni”di una favolosa ragazza pantera. Infatti l’uso della prima persona, l’”io narrante” a me fa quest’effetto: mi rende protagonista, non lettrice-spettatrice.
La nostra eroina, Faythe, è giovane, moderna, briosa e lo stile narrativo scoppiettante rispecchia in tutto e per tutto questa caratteristica, risultando scorrevole e molto leggibile, con frasi corte e passaggi veloci di pensieri e situazioni. L’unica cosa che mi ha disturbato un po’ è il, prevedibile, unico punto di vista, limite invalicabile della scelta dell’uso della prima persona. I numerosi personaggi che la circondano, risultano comunque molto chiari e ben delineati caratterialmente, complessi, interessanti e credibili.
 Faythe è una giovane studentessa universitaria alle prese con le insicurezze e la velocità della vita moderna, che lotta ogni giorno per sopravvivere tra impegni scolastici,  rapporti complicati con coetanei, gestione dell’interferenze della famiglia e voglia di indipendenza: insomma , un po’ come tutti alla sua età. La differenza con tutti noi, e ciò che rende assolutamente interessante questa storia, sta nella natura della protagonista: lei è una “mutaforma”, una ragazza pantera, uno splendido felino, elegante, aggraziato, gigantesco e letale simile ad una pantera nera. Carnivora e predatrice, naturalmente. Vive tra due mondi, interiormente ed esteriormente.  Lei vuole vivere da umana, in mezzo agli umani e quindi deve nascondere e, talvolta soffocare,  la sua parte felina, che lotta per uscire allo scoperto e le dona qualità fuori dal comune, anche in forma umana, come udito e vista sopraffina, oltre ad una forza decisamente sovrumana.
L’autrice è molto brava a far entrare la lettrice in questo mondo parallelo, costruito con maestria tale da riuscire ad incastrarlo in quello reale, rendendolo perfettamente credibile e verosimile. Il  modo di vivere di questa ragazza è fatto di suoni, colori, ma soprattutto odori,componente sociale fondamentale dei mutaforma: l’olfatto conferisce grandissimi poteri ad una “pantera”, ma , di fatto, ne limita anche la “privacy”. Infatti, la protagonista si ritrova a non poter nascondere contatti, incontri o, addirittura, sensazioni ai propri simili.
L’autrice, poi,  è ancor più abile  a far comprendere la tensione continua a cui la protagonista è sottoposta, per non sembrare debole e indifesa e dimostrare a tutti che può vivere fuori dal clan, da “indipendente”. 
Il suo mondo è ambiguo e bivalente. La società  ha tutte le caratteristiche animali di un branco guidato da un ALPHA, in cui tutti i membri del sesso maschile hanno un ruolo preciso, ma sempre sottomesso al dominante. In quanto felini da branco, accettano meccanicamente quest’assegnazione sociale dovuta ad attitudini personale all’uno o l’altro ruolo, ma in quanto umani, talvolta si ribellano a questo, lasciando spazio a gelosie, invidie e voglia di ribellione. Questa dualità alcune volte scoppia e crea conflitti sociali profondi e deleteri per il clan che li cova. E’ compito dell’ALPHA individuarli e spegnarli sul nascere, con ogni mezzo, anche l’espulsione dal Clan, atto estremo di rifiuto sociale.
Interessante è il ruolo delle donne, che  sono in un rapporto di 1 a 5  rispetto ai maschi. Il numero esiguo, e l'esclusiva possibilità di “figliare”, li rende preziose e causa di vere e proprie guerre per il loro “possesso”. Se libere, e difese dal loro clan, hanno il diritto di scegliere il nuovo ALPHA, avendo nel contempo  il dovere di farlo bene e di assicurare la sopravvivenza del clan stesso, scegliendo un maschio forte, equilibrato, capace, perché di fatto lui avrà il potere sugli altri e la esclusiva prerogativa di prendere ogni tipo di decisione, relegando la sua compagna a ritirasi a vita famigliare, procreando a ripetizione ed educando bene i figli, nel rispetto di regole. E' un po' frustrante cercare di capire se i maschi che aspirano alla mano di una femmina di questo tipo lo facciano per l'amore verso di lei o se invece siano mossi dall'ambizione di diventare i "dominanti": la linea è sempre un po' sottile e di difficile visualizzazione.
Sarà, invece, decisamente appagante scoprire che il padre della protagonista è un progressista e proprio lei sarà destinata ad essere la prima femmina ad avere il potere sul proprio Clan. Ma “a grandi poteri , corrispondono sempre grandi responsabilità”, quindi per attuare questo sogno, dovranno impegnarsi tutti affinché lei superi ogni limite e diventi adatta, sotto ogni punto di vista, a superare le pressioni a cui sarà sottoposta nella tensione di dimostrare di essere all’altezza di tale compito.
La vita all’interno del clan è descritta benissimo, volta interamente alla protezione degli individui, ma è eccessivamente comunitaria e “condivisa”. Inoltre, bisogna ricordarsi in ogni istante di rispettare leggi, regole, convenzioni, interazioni con il mondo umano, con gli altri branchi e con gli indipendenti, i rari “casi” che si sono allontanati dal branco e hanno deciso di vivere secondo le proprie regole personali e i  “randagi” .
Questi ultimi sono un vero enigma. Sono umani che, in seguito ad un’aggressione di un mutaforma, si sono trasformati a loro volta, secondo dinamiche poco certe, ma sono a tutti gli effetti bombe pronte a scoppiare in modo e in tempi del tutto imprevedibili. Il risultato è più o meno violento, molto dipende dall’uomo che si era in partenza (non ci sono notizie di trasformazioni di appartenenti al sesso femminile). Molte delle risorse del branco sono spese proprio  studiare e  a tenere sotto controllo questi cani sciolti ibridi, mai educati al rispetto di né regole, che minano l’invisibilità agli occhi degli umani  e la sopravvivenza stessa dei clan. Ho trovato molto azzeccata, però la considerazione che se un “randagio” è particolarmente violento, è solo perché era già un umano corrotto, lo sviluppo di un lato animale è solo un modo di concretizzare certe fantasie perverse. Inoltre molti di loro sono stati trasformati tramite violenza, ed abbandonati subito, senza che nessuno spiegasse loro le conseguenze di tale brutalizzazione. E pochi han potuto quindi capire cosa stesse loro succedendo: il processo della “prima trasformazione” è doloroso e frustrante, pesante fisicamente e psicologicamente, chi non è pronto crolla o, talvolta, non sopravvive. Sicuramente essere trasformati contro la propria volontà e strappati dal mondo umano, senza mai poter veramente appartenere ad un  branco, crea uno squilibrio emotivo che sconvolgerebbe chiunque. Il lato umano dei mutaforma è ciò che mina questo equilibrio, perché si è in preda a passioni molto umane, si ha voglia di affermazione ed indipendenza, ma si è preda di insicurezza e vulnerabilità. Tutte queste sensazioni dopo  la “trasformazione” vengono attutite e rimangono un’ eco lontana, lasciando il posto all’istinto e alla voglia di sentire la “natura”; d’altra parte in forma felina, questi esseri sono ancora dotati di razionalità, si riconoscono, sanno collaborare e comunicare, oppure sfruttare il proprio lato animale e attaccare i propri simili per voglia di prendere il sopravvento. Inoltre, con il procedere della serie, si capirà che alcuni randagi sono persone corrette che continuano a vivere la loro vita nella società umana, perfettamente inseriti e "mimetizzati".
La trasformazione è comunque, se vissuta in modo sano, una possibilità  (e una necessità) irrinunciabile. Quale invidia ho provato quando la protagonista assaporava i rumori e gli odori della natura, prendeva energia dalla terra e dal vento, percepiva sensazioni che ho solo potuto immaginare attraverso l’immedesimazione con lei. Anche la caccia stessa, pur decritta in modo cruento, rientra nel grande disegno naturale di dinamiche predatore-preda e perde ogni connotazione violenta, a favore di un meccanismo di istinto animale accettabilissimo, dal mio punto di vista.
Molto meno digeribile, sono le descrizioni di massacri “umani” , dettati da avidità, sadismo, sete di potere o vigliaccheria: sempre sentimenti umani torbidi e rivoltanti.
La parola d’ordine in questa serie è “equilibrio”, una continua lotta interiore si sviluppa in ogni individuo di questa specie nella ricerca di questo, e chi riesce  a “camminare eretto su questo sottile filo” è il vero vincitore.
Ogni aspetto di questa specie arricchisce i vari romanzi, donando di volta in volta una sfumatura nuova ed interessante, ma sempre coerente nel quadro generale.

Una piccola nota:
a differenza di molte serie in circolazione, questa ha  sempre solo una protagonista, che in ogni libro si evolve e cresce, fino a diventare, un’ALPHA lei stessa, tra mille vicissitudini, prove morali, pressioni e sbagli. Ho sentito dire che , ad alcune lettrici la protagonista è risultata antipatica. Io trovo, invece,  che mi somigli molto. Non riesce a stare zitta e a volte si rende conto appena un attimo dopo aver parlato (quindi, inesorabilmente, sempre troppo tardi) di aver combinato qualche guaio. E’ sempre alla ricerca del suo io, quello che le donerebbe la pace interiore e la possibilità di vivere bene con sé stessa; vive tra alti e bassi, sbalzi d’umore, attimi in cui si sente invincibile e momenti in cui viene sopraffatta da mille insicurezze. Probabilmente sarò strana, ma nella sua eccezionalità “animale”(che, da sola, mi sarebbe risultata insopportabile) l’ho trovata molto umana e, per questo, simpatica ed interessante. In ogni libro, da leggere rigorosamente nel giusto ordine, la sua storia prosegue, facendo da quadro ad un intreccio giallo interessante, accattivante, verosimile, a tratti crudo e violento, che tiene la lettrice incollata fino all’ultima pagina e spinge ad una spasmodica attesa di leggere il capitolo successivo.

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